Molte sono le opinioni delle persone in merito a chi affidarsi nel momento in cui si trovano a dover affrontare dei problemi di salute per sé o per i propri cari.
Molti sono pure i condizionamenti a cui, fin dall’infanzia, siamo stati soggetti e molte le credenze che ci sono state indotte dai genitori, dai medici, dagli insegnanti di scuola e dalle autorità statali in relazione a cosa sia la salute e a chi sia titolato per poter anche solo parlare di salute nonché per poter esercitare una professione che si occupi della salute.
Per la maggioranza delle persone l’argomento che è il titolo di questo articolo non viene nemmeno preso in considerazione.
La ragione è presto detta; quando si sta male si va dal medico, punto.
Solo il medico, secondo tali persone, viene considerato competente e professionalmente preparato per fare consulenza nell’ambito della salute.
Nemmeno la professione dello Psicologo, per quanto avallata da formazione universitaria e conseguente laurea, viene vista di buon occhio da molte persone e ancor meno da molti medici.
Tutti questi diranno che l’unica persona professionalmente preparata ad affrontare i problemi della psiche e le alterazioni dell’umore sia lo psichiatra, ovvero un medico con una specializzazione nel uso dei farmaci che agiscono sul cervello.
Mi rivolgo quindi a tutte quelle persone che sono disposte, con spirito critico verso la professione sia del medico che del Naturopata, ad esaminare in modo approfondito, cosa è in grado di offrire un Naturopata con la sua consulenza e in che modo quest’ultima si differenzi dalla consulenza del medico.
Ovviamente quello che scriverò non ha alcuna velleità di essere ‘la verità’ sulla questione, solo il mio punto di vista avallato da una ventina d’anni di professione.
Come nel caso del medico, il quale riceve una formazione di base per potersi titolare ‘medico’ ma poi quasi sempre segue delle specializzazioni, anche per il Naturopata la formazione di base che riceve dalle scuole di Naturopatia (di solito almeno 3 anni di corsi) è un requisito indispensabile per poter poi, in base al proprio sentito, scegliere di specializzarsi in: iridiologia, riflessologia, nutrizione, floriterapia, erboristeria, Medicina Tradizionale Cinese, shiatsu, reiki, massoterapia, cromopuntura, per dirne solo alcune.
Esistono poi molti indirizzi per ci intenda specializzarsi nel campo psico-emozionale, come la PNEI (Psico Neuro Endocrino Immunologia), la PNL (Programmazione Neuro Linguistica), la terapia cranio-sacrale, il theta healing e molti altri.
A mio avviso una importante formazione che non dovrebbe mancare nel curriculum del Naturopata riguarda la conoscenza delle 5 leggi biologiche scoperte dal dr. Hamer.
Lo studio di queste leggi permette, partendo dalla embriologia, di capire che, i programmi biologici chiamati ‘malattia’, sono diretti e gestiti interamente da 4 aree cerebrali e che sono una precisa risposta ad eventi emozionalmente rilevanti accaduti nella nostra vita.
Le persone che arrivano a chiedere una consulenza ad un Naturopata lo fanno fondamentalmente per due ragioni.
La prima ragione è motivata dalla forte delusione verso i medici e la medicina convenzionale.
Spesso tali persone lamentano che sia le diagnosi che le cure prospettate dal proprio medico sono servite a poco o a nulla, cioè non hanno risolto il problema di salute e/o hanno causato altri disturbi.
Alcuni addirittura dichiarano di non volerne più sapere di diagnosi, cure o farmaci il che, ovviamente, mette un po’ in difficoltà il Naturopata in quanto consapevole che le aspettative che tali persone riversano su di lui sono eccessive.
Per quanto bene possa lavorare, il Naturopata non può sostituirsi al lavoro del medico la cui competenza è spesso necessaria.
Tuttavia il lavoro del Naturopata può spesso ottenere risultati importanti nell’aiutare il cliente a ritrovare la salute, ma con metodiche e principi ispiratori completamente diversi da quelli seguiti dal medico.
La seconda ragione per cui le persone si rivolgono ad un Naturopata va’ ricercata nel desiderio di integrare il lavoro del proprio medico con quello di questo professionista, i quali sebbene abbiano competenze diverse, possono collaborare nel fine ultimo che è il benessere del cliente.
Mi è capitato molte volte, ad esempio, che medici miei amici mi abbiano passato dei loro clienti dicendo che non riuscivano a venirne a capo del vero problema di salute dei soggetti esaminati, in quanto capivano che dietro al sintomo vi era una causa emozionale ma che non erano in grado di capirla, per cui lasciavano a me il compito.
Tale collaborazione è possibile nel rispetto delle competenze di ognuno.
Io non cerco di fare il medico ed in particolare non faccio diagnosi né prescrivo cure mediche ed il medico non cerca di fare il Naturopata.
Spesso le associazioni dei Naturopati argomentano, nel tentativo di far accettare dalle autorità sanitarie la professione che rappresentano, che questo lavoro non si sostituisce al lavoro del medico bensì è complementare al lavoro del medico.
Se da un lato questo è sicuramente vero, dall’altro è vero pure il contrario, cioè che anche il lavoro del medico è complementare a quello del Naturopata.
Dove il Naturopata non arriva, arriva il medico e dove non arriva il medico arriva il Naturopata nel rispetto delle competenze del altro.
Il concetto è quindi semplice e alla portata di tutti, spesso però osteggiato da molti medici i quali si arrogano il diritto di poter solo loro occuparsi della salute pubblica.
Ovviamente dietro a queste posizioni si cela il tentativo di accaparrarsi il businnes delle malattie.
Ma questo vale anche per il Naturopata per cui, invece di criticare il lavoro degli altri, conviene concentrarsi sul proprio, farlo bene e con una etica che permetta di anteporre gli interessi del cliente ai propri e di non ridurre le professioni a delle macchine per fare soldi.
Quando e perché rivolgersi ad un Naturopata?
Le ragioni per cui nel mondo occidentale sempre più persone si rivolgono ad un Naturopata per affrontare un problema di salute, va ricercata innanzitutto nel fatto che il medico manifesta sempre meno interesse personale ai suoi pazienti in relazione al loro vissuto ed alle loro emozioni, limitandosi ad applicare i rigidi protocolli medici nella credenza che questo sia il suo compito.
La formazione che tali medici ricevono all’università lascia poco spazio ad una anamnesi che includa, come un tempo facevano i medici, la situazione emozionale del paziente e quindi anche l’interessarsi della famiglia, del lavoro, della relazioni importanti e della situazione economica.
Quale medico ti chiede, durante la sua consulenza, qual’è la tua situazione economica o sentimentale, se hai dei problemi a sbarcare il lunario o se hai delle preoccupazioni che magari non ti fanno dormire la notte?
Gran pochi fanno questo e se lo fanno è perché hanno anteposto il senso di umanità e di sincero interesse verso i loro clienti o/e perché hanno fatto formazione, successivamente al loro percorso universitario, in ambiti diversi dalla visione meccanicistica del corpo umano, integrando le proprie conoscenze con le discipline olistiche che sono proprie della formazione del Naturopata.
Questi medici che io definirei ‘alternativi’ spesso diventano agopuntori, omeopati oppure erboristi, osteopati ecc…
Fa’ sicuramente onore a tali medici vedere come aprono la mente a delle discipline che permettono di vedere il paziente in un’ottica completamente diversa rispetto a quella indotta dalla ortodossia medica.
Tali medici incontrano pure opposizione da parte di colleghi che, rimasti ancorati rigidamente alla visione meccanicistica e riduzionistica sulla salute, sostengono che i medici non dovrebbero inoltrarsi in pratiche ‘scientificamente non dimostrate’ in quanto svalutano la loro professione.
Succede così che l’Ordine dei Medici in Italia abbia messo sotto il giudizio delle loro commissioni, medici che praticano l’omeopatia o altre discipline olistiche.
L’Ordine dei Medici ha pure radiato medici che si sono permessi di dire che i vaccini in taluni casi possono essere pericolosi o che hanno dichiarato di credere nella ragionevolezza delle 5 leggi biologiche.
Le campagne mediatiche contro i medici omeopati o contrari alle vaccinazioni di massa non sono mancate, a riprova di quanto l’informazione sia pilotata dalle multinazionali del farmaco che vogliono imporre i loro prodotti per la ‘cura’ delle malattie denigrando qualunque altra pratica finalizzata al recupero della vera salute e che non preveda l’uso di farmaci o vaccini.
Il Naturopata infatti non consiglia mai dei farmaci, non solo perché non sono di sua pertinenza bensì del medico, ma anche e soprattutto perché crede che l’azione dei farmaci, che consiste nella maggior parte dei casi nello ‘spegnere’ il sintomo, non sia l’approccio migliore verso la malattia.
La malattia per il medico è un ‘errore della natura’ che va’ corretto con farmaci, chirurgia e chemio; per il Naturopata è un messaggio dal proprio inconscio che ci dice che ‘c’è qualcosa che non va’ nella nostra vita’, che viviamo situazioni che non ci aiutano a stare bene con noi stessi prima ancora che con gli altri, che stiamo facendo scelte biologicamente non corrette.
Il medico crede di dover intervenire per correggere quello che l’organismo ‘fa’ di sbagliato’ per cui se hai la pressione alta dirà che è necessario abbassarla perché è un fattore di rischio.
Se hai il colesterolo ‘alto’ bisogna prendere le statine altrimenti rischi l’infarto oppure se hai la glicemia oltre i 120 devi prendere i farmaci per abbassarla altrimenti rischi altre malattie.
Per il Naturopata invece variazioni significative dei valori pressori o della glicemia o del colesterolo sono solo dei segnali di allarme che ci dicono che abbiamo necessità di cambiare qualcosa nella nostra vita come ad esempio abitudini alimentari, abuso di alcolici o di sigarette, incrementare il movimento ma anche semplicemente trovare più tempo per sé stessi, per fare cose che ci piacciono.
Per il Naturopata che conosce le 5 leggi biologiche ogni sintomo è una precisa risposta a situazioni emozionali che hanno attivato programmi biologici in risposta a tali situazioni che vengono vissute dal cliente con una certa incapacità di ‘spostarsi’ dalla sua posizione o di vederla da una prospettiva molto diversa.
In tal modo la consulenza verterà sull’aiutare il cliente a divenire più consapevole degli strumenti c delle risorse che ha per ‘guarire l’emozione’ non il sintomo. Tale approccio a mio avviso è molto più causalista.
Se consiglierà di prendere dei prodotti saranno degli integratori, dei fiori di Bach o degli oligoelementi, solo per citarne alcuni, sempre però con la finalità i riequilibrare delle funzioni organiche o di sopperire a delle carenze nutrizionali, disintossicare il fegato e l’intestino, ripristinare l’omeostasi.
Mentre i farmaci prescritti dal medico presentano delle controindicazioni anche gravi in certi casi, in quanto per sua natura il farmaco ‘forza’ le funzioni organiche e viene percepito dall’organismo come un veleno, i prodotti consigliati dal Naturopata molto raramente possono avere delle controindicazioni.
Anche se a volte generano dei malesseri nelle persone, questo è dovuto al processo di disintossicazione e recupero della salute che passa per un incremento dei sintomi dolorosi ma sempre in modo transitorio e mai pericoloso.
Una precisazione importante: quando le funzioni si alterano in modo significativo e gli organi presentano modificazioni importanti (come nel caso di tumori) il Naturopata indirizzerà sempre il cliente dal medico che ha le competenze migliori per la gestione dell’urgenza oggettiva e potrà consigliare al meglio il cliente nell’emergenza.
Nell’ambito della prevenzione e quando i disturbi sono di lieve entità il Naturopata può fare molto per aiutare il proprio cliente mentre nelle situazioni di criticità e pericolo il medico è la figura più adatta alla gestione di queste situazioni.
Un ambito in cui il Naturopata può operare particolarmente bene è nell’ambito dei disturbi della sfera emotiva.
Paura, rabbia, svalutazioni, sensi di colpa, ansia sono solo alcune delle emozioni dove è possibile intervenire.
Diversamente dallo psicologo che proporrà una terapia analitica per affrontare tali disturbi, il Naturopata darà consigli per semplificare, armonizzare lo stile di vita del cliente e potrà usare a sostegno le frequenze di fiori, alberi, corsi d’acqua allo scopo di portare una armonia di frequenze naturali nella vita di colui che soffre a livello emotivo.
Il Naturopata può fare questo anche senza dover analizzare psicologicamente il vissuto del cliente, ma semplicemente in base alle informazioni colte dal ‘campo emotivo ed energetico’ del soggetto.
La parola d’ordine è quindi ‘riequilibrio’ senza forzare né alterare la chimica o la biologia. I risultati, spesso molto buoni, parlano da sé sull’efficacia di questo approccio.
Per approfondire l’argomento delle 5 leggi biologiche vi consiglio di leggere il mio libro:
‘Le 5 leggi biologiche ed il conflitto del Profugo’.
Per avere la comprensione di quanto le nostre ‘credenze’ condizionino la nostra vita e causino continue recidive ai processi di bioattia vi consiglio:
‘Non Credo in te Vaffanculo ti amo’,
il mio secondo libro che, tra l’altro, fornisce utili esercizi per eliminare tali credenze e rinascere a nuove esperienze.
Entrambi i libri possono essere acquistati sul mio sito:
https://www.bioenergologia.it/libri/
Se invece desideri una mia consulenza come Naturopata puoi contattarmi allo 3357704060 oppure via mail su adrianobur@libero.it.