Quando qualcuno viene a chiedermi aiuto per risolvere delle situazioni conflittuali nella sua vita, mi concentro sugli stati emozionali che sembrano essere la causa di tali situazioni.
Tali emozioni spesso appaiono cristallizzate, immutabili nonché ridondanti, ripetitive in modo automatico, al punto che la persona non si accorge più di essere ‘prigioniera’ di tali dinamiche.
Per dirla in altre parole sono le sue emozioni, spesso rafforzate da pensieri, che generano le situazioni che la fanno soffrire e non il contrario.
In questi casi consiglio alla persona di fare un esercizio che si chiama:
‘inversione delle dinamiche’.
Prima di dare istruzioni sul come fare l’esercizio cerco di aiutare la persona a cambiare radicalmente il punto di osservazione del ‘problema’.
Il sentirsi vittima di una situazione richiede sempre che tu sia protagonista del ruolo della vittima, il che significa che hai scelto tu di essere vittima in quella data situazione.
Dire questa cosa alla persona spesso genera una reazione di rifiuto, resistenza, addirittura indignazione! “cosa vuoi dire? Che è pure colpa mia per la situazione ‘di merda’ che sto vivendo?”.
La mia risposta sarà: “se togli la parola ‘colpa’ e la sostituisci con ‘responsabilità’ allora la mia riposta è si!
A questo punto è importante che io rimanga in silenzio lasciando la persona in quello ‘spazio inesplorato’ che è la sua nuova situazione di coscienza.
La persona si sente incredula, smarrita, perfino spaventata dalla sua nuova visione, tutte emozioni utili alla preparazione dell’esercizio:
‘inversione delle dinamiche’.
A questo punto dirò:
“nell’ipotesi che quello che ho detto sia vero, cioè che siamo sempre noi responsabili non solo delle cose che facciamo ma anche di quelle che ci accadono, se dunque sono sempre protagonista anche quando vivo il ruolo della vittima o dello ‘sfigato’, perché non scegliere un ruolo diverso?”
Come l’esercizio in questione può aiutarmi a cambiare il mio ruolo?
In meccanica relativistica esiste il principio, ampiamente dimostrato, di ‘causa-effetto’ cioè ogni azione nel mondo materiale induce una reazione.
Se do un calcio alla palla avrò che la palla inizierà a muoversi come ‘reazione’ al calcio, la ‘causa’ dell’intero processo.
Questo è vero tuttavia per tutti i processi della fisica che avvengono al di sopra della dimensione degli atomi in quello spazio dimensionale che chiamiamo ‘materia’.
I processi fisici che avvengono all’interno della dimensione dell’atomo rispondono a leggi completamente diverse al di fuori del concetto di spazio-tempo. Parliamo di ‘meccanica quantistica’.
La cosa interessante è che quella che chiamiamo ‘coscienza’ risponde alle leggi della meccanica quantistica mentre la nostra mente è abituata ad osservare le leggi della meccanica relativistica e a ragionare in base a tali leggi.
Ecco che, se vogliamo cambiare la nostra vita raggiungendo gli obiettivi di vivere in amore, gioia e pace, che sono stati vibrazionali subatomici, è necessario prima di tutto dissociarci dalla visione della nostra mente; uscire cioè dalla credenza che tutto avvenga secondo il meccanismo causa-effetto.
Le leggi che governano la coscienza regolano la ‘realtà’ che creiamo negli spazi all’interno degli atomi. Questa ‘realtà’, che è in invero un mondo di infinite possibilità, trova la sua espressione e manifestazione nel mondo materiale della causa-effetto.
Se quanto detto è corretto allora la vera causa di tutto quello che avviene nel mondo materiale non va ricercata nel meccanismo causa-effetto bensì nel suo contrario effetto-causa, cioè ciò che nella coscienza abbiamo manifestato come intenzione di realizzare trova nella ‘causa’ un pretesto per manifestarsi.
È quindi l’effetto che genera la causa, e grazie all’esercizio ‘inversione delle dinamiche’ possiamo divenirne consapevoli e smetterla di credere che l’origine dei nostri problemi, malesseri, come pure delle bioattie vengano dal di fuori di noi.
Il tutto si genera sempre all’interno della coscienza che poi si manifesta all’esterno.
Capire questo ti può cambiare la vita, rivoluzionare la tua vita, soprattutto se cominci ad utilizzare questo esercizio in ogni campo della tua vita cambiandola così radicalmente.
Vedo di spiegare questo con degli esempi pratici:
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cammino per strada e vedo una persona cadere a terra. Mi avvicino e tendo una mano per aiutarla a rialzarsi. È a causa della caduta che io mi sono offerto di aiutare la persona a rialzarsi. Sicuramente è così nel mondo materiale…
Ma visto che nel mondo della coscienza le cose si generano con una modalità diversa, è sufficiente che io mi ponga la domanda:
è la persona che cadendo mi ha indotto a soccorrerla
o
è la mia necessità di fare l’esperienza di aiutare che ha indotto la persona a cadere o a farmi trovare lì nel momento in cui cadeva?
Importante è non cercare di dare una risposta alla domanda.
Se riusciamo a stare nella domanda senza cercare una risposta dalla mente apriamo la coscienza ad un livello di percezione della realtà molto più connessa con la nostra natura spirituale e con la nostra missione.
Ora che hai capito come si esegue l’esercizio prova a farlo rivivendo una situazione che ti è accaduta da poco ponendoti la domanda che ti induce a percepire ‘l’inversione delle dinamiche’.
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