INNO ALLA VITA
La vita è una esperienza fantastica, un viaggio affascinante, pieno di incognite, di sorprese ma anche di opportunità. Spesso ci lasciamo sfuggire le occasioni che rappresentano per noi un modo per evolvere a nuovi livelli di Consapevolezza, in quanto rimaniamo prigionieri del nostro passato, oppure ci paralizza la paura del cambiamento, anche quando la vita ci mette alle strette e ci invita a fare delle scelte coraggiose e magari dolorose, ma anche indispensabili per sopravvivere e crescere verso nuovi livelli di autostima.
Sono giunto alla fine di un iter di indagini e ‘processi mediatici’ diffamatori per una situazione di vita che mi ha chiamato essere protagonista e in qualche modo presente nella vita di Lisa nel sostenerla nei suoi ultimi anni di vita dolorosa e svalutante.
Avendo concluso anche l’iter processuale in data 9 dicembre 2014 con un patteggiamento ed una condanna minima e pure sospesa, ho deciso di mettere per iscritto la mia versione dei fatti che si discosta, di molto, da quella scritta sui giornali e anche dalla versione che i Nas hanno presentato nelle loro indagini nei miei confronti. (Al riguardo segnalo l’articolo che scrissi subito dopo la perquisizione dei Nas a casa mia intitolato ‘Ascolta la lezione degli alberi’ presente nel mio sito www.bioenergologia.it).
Non intendo con questo scritto accusare nessuno, né il compagno di Lisa o i suoi parenti né i Nas nell’esercizio delle loro funzioni, credo che, alla fine, la nostra coscienza sia già di per sé un giudice abbastanza severo e sicuramente ognuno di noi ne dovrà rendere conto.
Dedico questo scritto a Lisa, dolce mamma di due bambini con un cuore grande e un grande desiderio di vivere, morta a 36 anni dopo un iter di cure convenzionali che non hanno raggiunto lo scopo di salvarla. Magari ci sono chissà quante persone che vivono situazioni di vita simili e possono beneficiare di questa mia spiegazione sui fatti ed evitare di fare scelte contro il proprio diritto di autogestione della propria salute.
Ecco perché ho voluto intitolare ‘Inno alla vita’ questo mio articolo, in ricordo e con gratitudine a quello che Lisa ci ha voluto insegnare con la sua esperienza di vita e di morte.
Quando Lisa venne da me la prima volta per chiedermi una consulenza, subito mi disse di aver iniziato un ciclo di chemioterapie e che le aveva interrotte in quanto non intendeva più proseguire in questa direzione indicata dai medici che l’avevano in cura perché riteneva essere troppo pesanti gli effetti collaterali. Davanti a questa sua ferma intenzione presi atto della sua decisione, precisai di essere un Naturopata e non un medico e che pertanto nella mia posizione avrei solamente potuto sostenerla sotto il profilo emozionale nel suo stato di ‘malattia’ con l’uso di fiori di Bach e altri prodotti naturali che ovviamente non hanno pretesa alcuna di ‘curare’ i tumori o quant’altro. Visto che le mie consulenze si avvalgono anche della conoscenza delle 5 leggi biologiche, che presentano una ragione emozionale ad ogni processo di bioattia ed in particolare a precisi eventi conflittuali che innescano tali processi, le dissi che potevo anche cercare di aiutarla a capire quali conflitti biologici avesse vissuto con la possibilità quindi, divenendone consapevole, di fare delle scelte di vita che le permettessero di non continuare a recidivare o ripetere all’infinito i programmi legati alla soluzione di questi conflitti. Ricevetti il suo consenso a questa spiegazione alternativa al senso della bioattia e le feci leggere e firmare una dichiarazione (che faccio firmare a tutti i miei clienti) nella quale chiarivo i termini della consulenza ed in particolare il fatto che non si trattasse di una consulenza sanitaria bensì naturopatica, senza intento di diagnosi o cure.
Mi presentò la diagnosi ospedaliera che dichiarava la presenza di un cancro osseo in vari zone del corpo, spiegai che questo tipo di manifestazione si presenta, secondo le 5 leggi, in soggetti che vivono profonde svalutazioni o crolli dell’autostima a seguito di situazioni di vita particolarmente difficili da accettare. Subito divenne evidente che il rapporto con il suo partner lo viveva in modo fortemente svalutante, pertanto la invitai a rivedere la sua posizione all’interno del suo rapporto valutando la possibilità di fare scelte di maggior autonomia e indipendenza con l’intento di rivalutarsi e recuperare la sua autostima. In nessun momento dissi di interrompere le cure mediche e tanto meno di non fare le chemio o le radio terapie per il semplice motivo che esulano dalle mie competenze e ancor più credo che ogni individuo sia in diritto di decidere liberamente e senza indebite pressioni in quanto sovrano della propria salute. Pertanto, davanti ad una decisione dichiarata di non continuare le cure mediche tradizionali non feci alcuna pressione né per fare né per non fare le suddette. Mi limitai a darle il mio aiuto nella comprensione del senso della sua bioattia e a sostenerla a livello emozionale (come d’altronde avrei fatto pure nel caso decidesse di continuare con le cure mediche convenzionali).
Tutte le falsità dichiarate dal suo compagno ai Nas (che tra l’altro non era presente alla consulenza) secondo cui avrei spinto Lisa e non fare le chemio le respingo al mittente. Non faccio questa cosa con nessuno per i motivi che ho già spiegato.
Lisa ora si trovava nella possibilità di vedere la bioattia da un punto di vista diverso la qual cosa le poteva dare delle risorse di autoguarigione insite in ogni essere umano (la naturopatia infatti insegna che il recupero dell’equilibrio psichico, organico, emozionale e spirituale sia alla base dei processi di autoguarigione). Le forti pressioni esercitate dal suo compagno la portarono poi a riprendere i cicli di chemio perdendo ulteriore autostima in quanto non era quello che voleva bensì quello che subiva sotto indebiti pressioni che arrivarono fino alla minaccia di portarle via i bambini se non avesse ripreso a fare le chemio (questa cosa me la rivelò telefonicamente Lisa stessa).
Davanti a questa situazione cercai di aiutare Lisa garantendole comunque il mio sostegno e presenza ogni qualvolta ne avesse bisogno. Di lì a poco non la sentii più, Lisa aveva evidentemente scelto di lasciarsi andare non avendo il coraggio e la forza di fare scelte autonome nell’ambito della sua salute e io ricevetti ulteriori informazioni sull’andamento delle ‘cure’ dalla madre che amorevolmente la seguiva. Nel giro di pochi mesi mentre continuava con le cure convenzionali morì il giorno dopo una chemio. Questo è quanto è successo, pertanto non vedo come in alcun modo possa essere ritenuto responsabile delle scelte e non scelte di questa povera donna.
Spero che questa mia breve spiegazione possa essere d’aiuto per altre persone che si trovano in situazioni simili a quelle di Lisa e che si sentano così incoraggiate a fare quello che sentono, indipendentemente che si tratti di cure convenzionali o visioni alternative, purché rappresentino quello che loro hanno scelto per sé non permettendo a nessuno di esercitare indebite pressioni per fare cose che non rispettino la propria visione della salute o della bioattia. Buona salute consapevole a tutti.
Questo articolo ha un commento
quello che è più grave è che probabilmente queste persone creeranno altre vittime della loro presunzione ed arroganza.quantomeno i suoi figli subiranno la stessa sorte della mamma.questo è un dramma sociale che sempre più emerge nei comportamenti di tutti i giorni dai bambini agli adulti.perchè gli arroganti sono così forti e sono gli ultimi a morire,sembrano indistruttibili? la malattia non li uccide proprio.