Cari amici abitanti del pianeta Terra,
viviamo in una epoca in cui i vecchi modelli di comportamento sembrano non rispondere più alle esigenze del nostro tempo.
Il vecchio modo di fare politica come pure i modelli economici imposti dal capitalismo hanno fatto il loro tempo e nuovi modi di concepire l’uso delle risorse comuni e delle ricchezze di ogni paese si affacciano al nostro orizzonte.
Anche nell’ambito della salute, i vecchi modelli di fare medicina non rispondono più adeguatamente hai bisogni delle persone principalmente per due motivi:
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Le ricerche in campo scientifico sulla salute sono da oltre un secolo protese nella direzione di realizzare profitto economico ancor prima che di generare benessere per le persone. Negli ultimi decenni poi, gli interessi delle case farmaceutiche sono diventati così prevalenti da condizionare ogni studio scientifico, ogni ricerca, ogni risorsa economica ed intellettuale al fine di garantire guadagni stratosferici nella gestione, con farmaci o terapie delle malattie delle persone, al punto da renderle volutamente ‘malati cronici’ e clienti a vita di tali trattamenti. Non esiste più ricerca scientifica che non sia condizionata da tali interessi e perfino le università, che dovrebbero garantire una formazione di operatori in ‘scienza e coscienza’ sono quasi interamente finanziate dalle case farmaceutiche e pertanto formano i medici nella direzione di trarne un profitto dal loro lavoro con particolare riguardo per le lobbies dei baroni della medicina e del farmaco. La visione riduzionistica e meccanicistica della salute è diventato l’unico approccio verso il paziente il cui vissuto viene visto come ‘disturbo’ nella anamnesi del medico che si concentra quasi unicamente negli esami diagnostici quale elemento di valutazione della salute. Arrivano al punto di creare nuove malattie facendoci credere di essere ‘malati’ o ‘soggetti a rischio’ perché alcuni parametri rilevati dalle analisi del sangue sono oltre il limite di ‘normalità’ da loro stabilito. Così se ho la glicemia oltre i 120 divento ‘diabetico’ e se il colesterolo supera i 200 sono ‘a rischio d’infarto’. Prontamente mi saranno prescritti farmaci per ridurre tali valori con l’intento però di rendermi un fruitore a vita di tali prodotti.
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La medicina convenzionale si è assunta il diritto di essere l’unico modo di esercitare la medicina dichiarandosi ‘scientifica’, cioè fondata su una ricerca obiettiva e seria sulle cause delle malattie. Tutta la medicina ‘non convenzionale’ che mira a mettere l’individuo al centro del processo chiamato malattia e non la malattia in sé, è stata relegata ai margini della società e spesso demonizzata, screditata con l’appellativo di ‘non scientifica’. Ciò nonostante, sempre più persone si avvalgono della consulenza di Naturopati, operatori olistici, osteopati ecc. dichiarando di aver trovato benefici nel loro benessere psico-fisico ed un approccio olistico molto più qualificante rispetto a quello del medico. Molti hanno compreso che la salute è un bene troppo prezioso per consegnarla in mano ad un qualsiasi professionista. O meglio, il professionista può essere consultato a fronte di problemi oggettivi nella gestione della propria salute ma senza scaricare su quest’ultimo la responsabilità di scegliere quale cura o trattamento seguire o non seguire. Essere sovrani della propria salute diventa un diritto inalienabile e scegliere quale visione della salute corrisponda di più al proprio sentito diventa una responsabilità individuale. Divenire consapevoli di questo aggiunge valore e qualità alla nostra vita e ci rende protagonisti del nostro destino e non più soggetti passivi nelle mani di professionisti della salute.
Le 5 leggi biologiche scoperte dal dr Hamer rappresentano una rivoluzione nel campo della medicina al punto da richiedere un cambiamento dei paradigmi su cui si fonda questa visione. La malattia non appare più come un evento sconosciuto e pauroso, bensì come un programma sensato e biologico e quello che un tempo credevamo essere la malattia ora scopriamo essere il processo di riparazione. Così ogni intervento da parte del medico deve diventare di supporto a tale processo e non contro di esso. Non ha più senso intervenire per abbassare un valore ritenuto oltre i limiti senza prima aver capito il senso di tale valore che non viene più pertanto demonizzato come ‘fattore di rischio’ ma semmai inserito nel contesto della vita dell’individuo per aiutarlo a percepire quali cambiamenti sono necessari per rendere più biologico il proprio vissuto. L’intero modo di vivere dell’individuo viene chiamato in causa nella comprensione non solo del perché si presentano certi sintomi, ma anche del come imparare a gestirli rivalutando la qualità della propria vita, imparando ad osservare le nostre emozioni, esprimendo amore verso ogni forma di vita, eliminando credi limitanti, facendo pulizia di tutto quello che non ci permette di realizzare il senso della nostra esistenza ma soprattutto diventando consapevoli del diritto di VIVERE nel senso più vero del termine e non più semplicemente di esistere come soggetti passivi di una società culturalmente malata e poco rispettosa dei diritti del singolo individuo nello scegliere come, quando e dove prendersi cura della propria salute.
Il modello imposto dallo stato politico di scegliere per me quale tipo di medicina io possa seguire non mi va più bene e rivendico il mio diritto di fare diversamente, di scegliere, di non credere più ad una ‘prevenzione’ che vuole rendermi soggetto passivo nelle mani di chi la promuove .
Scelgo di non sentirmi ‘malato’ perché ho la glicemia a 150 o il colesterolo a 250 o di non considerarmi cardiopatico a vita perché ho avuto un infarto. Scelgo di accettare che nella mia vita possa aver sviluppato dei tumori senza con ciò considerarmi un soggetto a rischio di metastasi per il resto dei miei giorni.
Scelgo di fidarmi della mia biologia e di ascoltare i segnali o sintomi che mi presenta come un aiuto per cambiare quello che nella mia vita non funziona o non mi dà ciò di cui ho bisogno per evolvere.
Scelgo di essere consapevole del valore della mia vita come pure della naturalità della morte senza più accanimenti terapeutici per tenere a tutti i costi in vita persone che hanno il diritto biologico di completare questa vita.
Scelgo di avere un comportamento amorevole e compassionevole verso chi soffre, per qualunque causa, ma senza arrogarmi il diritto di scegliere al posto loro cosa fare per eliminare tale dolore.
Scelgo di essere responsabile e di responsabilizzare coloro che mi chiedono aiuto nel rispetto del mio e loro vissuto.
Scelgo di accogliere col cuore coloro che desiderano restare con me ma di lasciar andare chi sente diversamente come ulteriore atto d’amore.
Scelgo di essere protagonista nella mia vita e non vittima di situazioni apparentemente non controllabili da me.
Scelgo di vivere nell’Adesso, qui e ora, di chiudere con il passato che non mi rappresenta e di non essere in ansia per il futuro che non conosco ma che amerò nel suo divenire.
Scelgo di rispettare la diversità ed il cambiamento e di non temerli bensì valorizzarli quali indispensabili maestri nel mio cammino.
Scelgo di……scegliere! Sempre!