Cos'è la Bioattia
Innanzitutto è necessario approcciarsi alla malattia con un atteggiamento scevro da preconcetti, credenze e concetti di malignità. La malattia infatti per la Naturopatia è un messaggio di disagio esistenziale proveniente dalla nostra biologia o dalla nostra anima, di non adattamento ad una situazione e nel contempo una richiesta di cambiamento per metterci in armonia con la nostra vita e la nostra missione. Per le 5 leggi biologiche, la malattia è un programma biologico e sensato che si attiva a seguito di un conflitto biologico che arriva inaspettato e con una elevata componente emotiva, una risposta che chiama in causa i tre livelli psiche-cervello-organo con la finalità di permettere la sopravvivenza dell’individuo alla situazione conflittuale.
In entrambi i casi, sia per la Naturopatia sia per le 5 leggi biologiche non esiste alcuna negatività in questo processo chiamato malattia. Ragion per cui ho pensato di coniare un neologismo che potesse descrivere meglio l’intero processo non definendolo più ‘mala actio’ (significato della parola malattia) ma semplicemente come una azione biologica del nostro organismo utile ad una nostra evoluzione. Ecco il nuovo termine ‘bioattia’, senza alcuna connotazione negativa o positiva, semplicemente un programma biologico utile a qualcosa.
Capite bene che in questo contesto parlare di cellule maligne o benigne, di cellule impazzite o di malattie autoimmuni non ha alcun senso e già questo differenzia molto questa visione da quella della medicina convenzionale.
La bioattia è quindi un programma della Natura finalizzato al superamento di una situazione di vita difficile o pericolosa.
Proviamo a cercare di capire cos’è la bioattia spiegando innanzitutto cosa non è:
– Non è un errore della Natura! Infatti il nostro cervello che elabora ogni secondo un uno alla diciottesima di funzioni biologiche è un hardware perfetto e potentissimo al quale non sfugge nulla di quello che sta accadendo nel nostro corpo e anzi dirige tutte le sue funzioni, in modalità ordinaria, per garantire l’omeostasi ed in modalità straordinaria o di emergenza quando gestisce tutti i processi di bioattia (tumori compresi).
– Non è qualcosa da dover combattere come in una guerra dove vince il più forte! Se la bioattia è un programma finalizzato alla sopravvivenza dell’individuo in condizioni di pericolo, che senso ha combatterla? Semmai avrà senso intervenire con farmaci, terapie o operazioni chirurgiche, prodotti naturali e quant’altro purché detti interventi siano a sostegno del processo e/o per aiutare il paziente a sopportare meglio i sintomi qualora siano difficili da sopportare (come nel caso di forti dolori). Nessuna guerra quindi né la presunzione di fare meglio della natura, tanto meno una visione meccanicistica della bioattia come se fossimo una macchina in cui togliere pezzi difettosi e sostituirli con dei nuovi. Ovviamente in situazioni di bioattie continue e ripetute negli anni la perdita di funzione e di struttura, come nel caso delle articolazioni, possono richiedere interventi medici sottoforma di operazioni (talora salvavita) per la ragione che si sono portati all’esasperazione tali processi fino all’esaurimento delle possibilità di recupero. E con questa argomentazione introduciamo la terza risposta su cosa non sia la bioattia:
– Non è qualcosa di cui abusarne! E’ cioè un processo che, per sua natura, sopporta male di rimanere in attività per lunghi periodi in quanto richiede una risposta oggettiva alla situazione che l’ha attivata nel più breve tempo possibile. Inoltre sopporta male continue recidive che nel tempo determineranno graduale perdita di funzione e struttura fino alla morte dell’individuo. Pertanto come dice il dr. Hamer quasi ogni conflitto andrebbe risolto già ‘da ieri’ cioè nel più breve tempo possibile. La salute non è quindi assenza di bioattia ma semmai la capacità di porci alle situazioni con il massimo della capacità di adattamento, con flessibilità (e una buona dose di menefreghismo aggiungo io!).
La bioattia è dunque la soluzione perfetta della Natura, la risposta ad eventi che ci colgono impreparati o in contropiede che attiva programmi di emergenza per far fronte alla situazione e per il ripristino della funzionalità ordinaria una volta completato l’intero processo.
Mi rendo conto che uscire dai concetti di ‘malignità’ e di ‘errore della natura’ non è facile per coloro che praticano la medicina convenzionale e ancor meno per gli interessi che ruotano attorno al ‘malato’. Credo tuttavia che una rivoluzione nella medicina sia non solo auspicabile ma pure necessaria per riportare il ‘malato’ al centro della consulenza del medico e non più la ‘malattia’.
In qualità di Naturopata e consulente delle 5 leggi biologiche (non sono un medico) il mio lavoro esula dalla diagnosi e dalle cure convenzionali che è e rimane responsabilità del medico. Aiuto le persone a ristrutturare i sintomi sulla base emozionale comprendendo che la stessa emozione conflittuale che ha determinato il conflitto biologico è la chiave che permette di risolvere il conflitto stesso. Inoltre insegno alle persone a porsi verso le situazioni di vita con un atteggiamento di accettazione, non giudizio e positività, nella comprensione che ogni cosa che ci accade (bioattie comprese) sono messaggi quantici che ci chiedono di cambiare situazioni di vita biologicamente insane o di cambiare il nostro atteggiamento verso tutto ciò che accade. Va da sé che sfocio nello spiritualismo e nell’esoterismo in quanto il vero benessere non può prescindere da questo. Invito le persone a risvegliarsi ad un nuovo livello di consapevolezza dove la missione o il senso della nostra esistenza in questa dimensione originale può essere percepito solo nella nostra vera natura, quella spirituale.